Nuovo studio da Vienna: il test dell'urea nel sangue migliora la valutazione del rischio nell'insufficienza cardiaca stabile
La sopravvivenza dei pazienti con insufficienza cardiaca è strettamente legata alla loro funzione renale. Un gruppo di ricerca viennese guidato dall'Univ.-Prof. dott Kurt Huber (3° reparto di medicina con cardiologia e pronto soccorso interno, Wilhelminenspital, Vienna) ha voluto scoprire se il BUN aumenta oltre ai marcatori stabiliti per il tessuto muscolare cardiaco morto (troponinaT, cTnT) e il sovraccarico emodinamico, ad esempio nell'ipertensione arteriosa o nel cuore i difetti della valvola (peptide natriuretico di tipo N-terminale B, Nt-proBNP) possono essere utilizzati per una migliore valutazione del rischio nei pazienti con HI stabile. Conclusione: "Anche oltre ai noti predittori di rischio Nt-proBNP e cTnT, l'urea nel sangue contribuisce a una migliore valutazione del rischio nei pazienti con HI cronicamente stabile", afferma il Prof. Huber.
I risultati in dettaglio
I risultati in dettaglio: durante il periodo di follow-up, si sono verificati 112 eventi (60,9 per cento), 39 pazienti sono morti e 73 pazienti sono stati ricoverati in ospedale per insufficienza cardiaca. I pazienti con un evento clinico di endpoint avevano concentrazioni plasmatiche significativamente più elevate di Nt-proBNP, cTnT, BUN e Krea e un eGFR significativamente ridotto. Utilizzando l'analisi ROC, è stato calcolato che BUN avesse un'area sotto la curva di 0,704 nella previsione dell'endpoint composito. Questo valore era significativamente migliore di quello di siero crea o eGFR. In un'analisi di regressione multivariata corretta per età, sesso, Nt-proBNP e cTnT, solo l'aumento del BUN era significativamente associato agli eventi dell'endpoint clinico, mentre l'aumento del Krea o il basso eGFR non lo erano.
Inoltre, l'aumento del BUN è stato correlato anche con gli eventi dell'endpoint clinico nei pazienti con eGFR normale (>60 ml/min/1.73 m2). Per la combinazione di Nt-proBNP e BUN, è stato dimostrato, soprattutto nei pazienti con valori di Nt-proBNP relativamente bassi (≤1759pg/ml), che il rischio di riospedalizzazione e morte aumenta significativamente da un valore di BUN > 33mg/dl elevati. Ma anche nei pazienti con valori di Nt-proBNP più elevati (>1759pg/ml), un aumento del BUN è stato associato a un risultato clinico significativamente peggiore.
Fonte: Vienna, Stoccolma [DGK]